Nome RPG: Novac Tobjorn
Professione di copertura: Non ancora identificata
Arma preferita: Piede di porco/Chiave inglese
Età: 60
Altezza: 1,75
Peso: 76
Foto: Mi chiamo Tobjorn Novac e questa è la mia storia.
''Hah ,certo che qui a Chicago fa proprio caldo, non so proprio da dove cominciare e tutto un mondo nuovo da esplorare e strade da percorrere,ma non ho altra scelta..devo trovarla ad ogni costo è l'unica cosa che mi e rimasta di importante in questa vita altrimenti il freddo delle mie origini raggiungerà persino il mio cuore...ma basta pensare al peggio , meglio che ci bevo un po su...Nasdarovia!'' esclama il vecchio tobrjon.
Sono nato a strasburgo,figlio di Taliah e Dimitri Novac , due umili contadini autosufficenti nella parte estrema della città, era periodo di guerra in russia però i miei genitori mi hanno sempre tenuto all'oscuro di tutto ciò che succedeva al di fuori del paese , perciò a me di tutti quei ''boom boom'' non importava piu di tanto.
Un giorno i miei genitori sono stati chiamati per aiutare i feriti di guerra, pur non essendo esperti nel campo medico e militare il paese aveva bisogno di tutte le persone possibili, di conseguenza , venirono a casa mia, a momenti non gli diedero neanche il tempo di preparare il necessario per il viaggio e me li portarono via.
Passarono parecchi anni e io ormai ero diventato un giovane ometto ,ancora speranzoso di rivedere la sua famiglia, possibilmente con ancora tutti gli arti attaccati fra loro.Non potendo vivere solo di aria e alcolici, mi misi a cercare lavoro nei dintorni sino a chè non mi recai in un piccolo bar per una breve sosta ma non riuscì nemmeno a valcare la soglia della porta che fui spinto a terra da un uomo che frettoloso e infuriato, con una bottiglia di vodka in mano, imprecava e minacciava il presunto propietario del locale di spaccargli la faccia.
Mi rialzai, entrai nel locale e chiesi al propietario chi fosse quell'uomo e lui mi rispose che e l'uomo delle caldaie... o meglio lo era,all'epoca quasi tutti i sistemi di riscaldamento dei locali , appartamenti e luoghi pubblici era un apparato di caldaie posto al di sotto dei tali , un cuore quasi vivo e pulsante che doveva essere mantenuto efficente e ottimale per riuscire a dare il risultato voluto , pensai che doveva fare molto caldo li sotto... ma d'altraparte faceva molto freddo fuori in inverno e a casa non c'era nessun sistema di riscaldamento. E fu cosi che ben presto mi ritrovai in mezzo ai due poli opposti, tra il caldo e il freddo... strano vero?
''Altra vodka perfavore!!!, sto cercando di parlare con il mio io interiore *burp , cavolo se continuo cosi tutto il bar vedrà il mio ''io interiore''''
Ormai erano quasi 20 anni che lavoravo nella caldaia di quel bar, la mia pelle era ormai ingrigita dalla costante fuliggine che penetrava l'aria stessa , la barba non curata e un po di calvizie , però avevo preso molta dimestichezza con tutti i macchinari e le enormi stufe che oramai, erano diventate la mia famiglia e l'unica cosa che riusciva ancora a scaldare il mio cuore dopo gli abbracci di mia madre e padre di cui non sapevo piu notizie, sino a quando un giorno al lavoro si presentarono due uomini in divisa militare, subito gli chiesi se sapessero qualcosa dei miei genitori, e loro mi risposero che era proprio per quello che erano giunti fin qua.
'' Signor Novac,suo padre e morto a causa di una bomba aerea mentre cercava di difendere il campo a nord del paese assalito da due truppe di fanteria tedesche, mentre sua madre si e tolta la vita di conseguenza, ci dispiace , le nostre condolianze''.
''NON è VERO'' Risposi , cercando di lanciargli i primi pezzi di carbone roventi che trovai vicino alla caldaia , non riuscendo a colpirli avendo gli occhiali da lavoro appannati dal vapore e dalle lacrime.
I due uomini aspettarono che mi calmassi e dopodichè mi dissero che per i figli dei caduti in guerra era permesso lavorare in uno degli stabilimenti appositamente scelti dallo stato con una sostanziosa liquidità tale da potersi permettere una vita modestamente agiata non avendo avuto alcun aiuto economico.
Cosi a mio malgrado, abbandonai quel vecchio bar ormai poco frequentato , le cose stavano pian piano cambiando nel mondo , la tecnologia e il progredire stavano prendendo piede dappertutto e anche io decisi che era arrivato il momento di cambiare, accettando l'opportunità che quei due soldati mi proposero, e fu cosi che preparai i miei pochi bagagli e mi trasferii a stalingrado.
''Ma come, state gia chiudendo?! cavolo qua a chicago siete piu freddi di un orso polare!, me ne dia almeno un altro che devo finire di raccontarmi la mia storia! umh.. forse sto un po esagerando nel bere dovrei darmi una regolata...''
Arrivato a Stalingrado fui portato in una fabbrica che mi dissero era una delle piu grandi produttrici di automobili della zona, in effetti in città era gia pieno di esse di tutti i modelli e colori perciò non c'era tanto da stupirsi, aveva un enorme cancello tutto ornato da decorazioni in acciao e una porta di ingresso altrettanto sfarzosa, ma ovviamente io non ho nemmeno avuto l'onore di vedere i miei ''colleghi'' lavorare all'interno dello stabilimento e fui portato ai piani inferiori.
Arrivati nella zona caldaie potevo essere benissimo a casa mia , come nel bar dove avevo lavorato , se non fosse per un piccolo particolare, le stufe a carbone erano a centinaia , tutte in un unico grande salone e gestite apparentemente soltanto da me da quel momento.
Erano molto sporche e in pessimo stato, probabilmente causato da una cattiva manutenzione di chi non ha preso seramente questo lavoro, e io di certo non volevo essere la causa dell'arresto delle macchine al piano di sopra perciò mi misi subito all'opera...ma erano cosi tante da controllare e alimentare che facevo un enorme fatica a mantenerle tutte costanti e alla stessa temperatura ma dovevo per forza riuscirci per non deludere la mia famiglia.
Erano passati anni ormai ed ero diventato abile e capace a controllare tutte le stufe assieme, riuscivo anche a farmi un pisolino tra un ciclo e l'altro di carbone
finalmente apprezzavo la mia vita , mi sentivo utile all'umanità , nel mondo in cui volevo vivere.
Un giorno una delle stufe si guastò internamente per cui bisognava lasciarla spegnerle e aggiustarle dall'interno, ma era arrivato il momento di conoscere i piani alti e informarli dell'accaduto ond'evitare spiacevoli conseguenze,e anche per lamentarmi per la mancanza di aiuto alle caldaie, allora iniziai a salire la rampa di scale che mi separava dal piano superiore, ero anche un po emozionato di vedere i macchinari che funzionavano grazie a me da anni oramai, insomma ognuno ha le sue soddisfazioni no?.
Quasi mi pietrificai quando aprii la porta...avevo subito capito che quei macchinari non producevano automobili...ma bombe, le stesse che avevano ucciso i miei genitori.
Quei due soldati bastardi mi avevano ingannato gli servivano solo altre due braccia della morte che producessero altri di quegli abominei, ora avevo capito tutto, nessuno lavorava insieme a me o al posto mio perche tutti sapevano lo scopo del loro lavoro allora hanno cercato una persona che non fosse del posto e all'oscuro di tutto.
Chiusi la porta piangendo , ripensando a tutto il male che incosciamente avevo fatto a persone che non conoscevo , e come se le avessi uccise io..decisi che la cosa piu giusta fa fare in quel momento era la cosa che sapevo fare meglio... lavorare.
Mi rimboccai le maniche e di corsa riempii tutte le stufe con tutto il carbone che c'era nello stabilimento, poichè il fornitore era passato il giorno stesso dell'accaduto, le stufe iniziarono a surriscaldarsi,i metalli a scottare, il mio viso a carbonizzare, odio , odiavo tutti loro, mi misi il cappotto, feci un sorriso guardai in alto e esclamai: ''ecco cosa e capace di fare un uomo delle caldaie''
Mi allontanai e poco dopo la fabbrica esplose in mille pezzi,quelle belle decorazioni in acciaio che alludevano alla speranza e al futuro non c'erano più.
''Beh e che cosa successe dopo?''
''E chi sei tu?! rispose il signor Novac
''Sono il barista vecchio rimbambito, ti sei messo a parlare da solo, non avevo niente da fare e ti ho ascoltato..''
''Beh la storia dopo e lunga posso solo accennarti il motivo per cui sono qui.'' disse tob
Dopo quell accaduto, ho cercato di dimenticare tutto, chi ero,che cosa avevo fatto, ho cambiato lavoro molte volte,mi sono sposato con una bellissima donna con cui ho passato gli anni forse più bella della mia intera vita , mi da dato una figlia splendida che ho amato più di me stesso, però le cose con mia moglia non sono andate per il meglio, la parte migliore di me era morta a Stalingrado assieme alle mie speranze di riavere i miei genitori,i miei ideali,di cambiare le cose e diventando cosi solo un vecchio burbero ubriaco che racconta la propria storia a un barista...
''E adesso perchè ti trovi qui a chicago?! chiese il barista.
Perchè la mia adorata figlia e scomparsa,la hanno rapita e io devo trovarla,l'unica cosa che ho e una sua foto e so che e qua a chicago,devo trovarla a tutti i costi, so che c'è una organizzazione segreta di nome Nitti da queste parti, solo loro possono aiutarmi...Ho 60 anni ma ho ancora molto da vedere e prima di tutto voglio rivedere il viso della mia bambina,ho passato di tutto e di più nella mia vita ma niente può cambiare quello che ero,niente può cambiare quello che sono!
''E chi sei quindi?!''
SONO NOVAC TOBJORN, L'UOMO DELLE CALDAIE.
Lorenzo Campagna aka lori-1000